jueves, 19 de noviembre de 2009

Lucrezio


Lucrezio è un poeta considerato ateo solo per la religione crisitiana, devuto al fatto che non credeva in un Dio punnitore che si inteveniva negativamente nella vita umana. Lucrezio credeva negli dei, ma basandosi sulla filosofia epicurea, dove i dei non avevano nessuna intervensione nei uomini.

Epicuro è presentato come un eroe- simbolo della ragione umana che scappa dagli inganni della religione e della superstizione e prende coscienza dello stato umano. La religione è in grado di sopprimere e condizionare la vita di tutti gli uomini immettendo nel loro cuore un seme di paura: ma se gli uomini sapessero che dopo la morte non c’è più nulla smetterebbero di essere schiavi della superstizione religiosa e dei timori che essa comporta.

Una crisi dell’ identità dell’ uomo è portata con questo pensiero: l’uomo non poteva essere sicuro di chi è veramente perchè la scienza, unica parte empirica del mondo, afferamaba che Dio non è il nostro creatore.¡, quindi l’uomo è naturalmente confuso della sua provenienza.

Già nei suoi primi versi Lucrezio offre un nesso tra superstizione religiosa, timore della morte e necessità di una speculazione scientifica per ovviare a questo timore: per lui questi timori nascono dall’ignoranza delle leggi meccaniche che governano il mondo.

Per insegnare agli uomini come la dottrina epicurea possa servire da per combattere la paura per la morte, la malattia, il dolore e gli dei, Lucrezio inizia la sua descrizione della natura. Tutto ciò che ci circonda è formato da piccolissimi granelli invisibili- gli atomi- semina rerum, come li chiama il poeta per enfatizzare il loro originario ruolo di creazione; ogni pianta, pietra, uomo è formato da atomi e persino l’animo umano; ogni cosa è destinata a nascere e morire per l’eternità; solo gli atomi sono immortali e non i loro aggregati, in questo mondo, regolato da leggi meccaniche che governano le particelle elementari c’è comunque spazio per la libertà: all’origine dell’universo c’è una deviazione del moto atomico che ha dato il via alla formazione delle cose ed al gioco infinito della natura.

Lucrezio fonda pratticamente una nuova concezione e ipotesi sulla creazione della vita, per la quale l’uomo entra in una gran confusione non sapendo più a cosa credere; se l’uomo credeva nella religione cristiana, dovrebbe per forza essere contro le teoria scintifiche, che però sono le uniche scienze e “dottrine” empiriche, quindi le uniche fidabili.

Dopo aver descritto la natura della materia, Lucrezio invita i suoi lettori ad accettare la morte come qualcosa di irrefrenabile e quindi esterna all’uomo: quando noi ci siamo non c’è morte, quando c’è morte noi non ci siamo. Invece di preoccuparsi della propria fine, l’uomo dovrebbe occuparsi della vita e non spreccarla seguendo stupide ambizioni crisitiane. Da quà vediamo come Lucrezio riprende la poesia scientifica.

Lucrezio, per compiere la sua predicazione della filosofia di Epicureo , come missione evangelica e umanitaria, ricupera il genere didascalico, facendosi “poeta-vate” della conoscienza della natura.

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